
Le migliori soluzioni di credito per anziani invalidi
23/11/2022Oggi i pensionati che hanno qualche forma di invalidità percepiscono per legge una certa somma di denaro chiamata per l’appunto pensione di invalidità. La pensione di invalidità è un contributo economico destinato ai mutilati e agli invalidi civili al 100% con un’età compresa tra i 18 e i 67 anni. È possibile richiedere la pensione di invalidità sul sito dell’Inps, nell’apposita area dedicata, inserendo le proprie credenziali Spid oppure tramite il PIN personale dell’INPS.
L’importo della pensione di invalidità si aggira sui 300€ mensili, sebbene ogni anno l’importo erogato possa cambiare leggermente. Solitamente, questa pensione viene erogata per 13 mensilità. Al fine di avere le carte in regola per percepire la pensione di invalidità occorre dimostrare anche il possesso di specifici requisiti di reddito. Il limite massimo di reddito è fissato a 16.982€ circa e dai 68 anni in poi la pensione di invalidità cambia dicitura e diventa assegno sociale sostitutivo dell’invalidità civile.
Posso usare la pensione di invalidità come garanzia?
Spesso l’accesso ad ogni tipologia di finanziamento o di prestito presuppone la necessità, se non l’obbligo, di presentare degli specifici requisiti e delle garanzie a carattere economico. Solitamente la garanzia maggiormente accettata per l’accesso al credito è quella della busta paga o di un documento di reddito che in qualche modo la posso sostituire.
Chi percepisce una pensione di invalidità non percepisce un importo mensile molto elevato, motivo per cui potrebbe essere complesso richiedere un prestito se si dimostra come garanzia economica la propria pensione di invalidità. In tal caso è possibile accedere al prestito solo dimostrando ulteriori garanzie che possono essere differenti in base ai singoli creditori a cui ci si rivolge. In alcuni casi è possibile accedere al credito solo optando per la richiesta di un prestito ipotecario, in modo tale che l’ipoteca sulla propria casa possa fungere da garanzia per il rimborso della liquidità data in prestito. Puoi trovare più informazioni sul sito web Guida Prestiti Pensionati.
I prestiti ex Inpdap per pensionati: tutto quello che devi sapere
Se sei un pensionato INPS ex INPDAP hai la possibilità di rivolgerti all’Ente di previdenza sociale per fare richiesta di un prestito a carattere agevolato. Sono soluzioni destinate a coloro che attualmente sono pensionati, ma che hanno lavorato in passato presso le amministrazioni pubbliche. Coloro che lavorano come dipendenti privati, pur potendo contare su una busta paga fissa oppure su una pensione derivante da lavoro privato, non hanno la possibilità di accedere ai prestiti INPS.
Di solito è possibile accedere a questi prestiti sia facendone richiesta direttamente presso l’INPS, in una delle sue filiali, sia tramite banche e finanziarie convenzionate con l’INPS, tra cui Compass, Agos, Intesa Sanpaolo e Unicredit, solo per citarne alcune. Tramite i prestiti INPS ex INPDAP il pensionato ex dipendente pubblico può ottenere sia dei piccoli importi che liquidità più elevate, da rimborsare in un periodo che va da 12 a 48 mensilità in base alla liquidità richiesta.
Quando gli interessi risultano convenienti
In media, i prestiti INPS ex INPDAP prevedono l’applicazione di tassi di interesse che sono tra i più convenienti sul mercato. Il Tan si assesta intorno al 4% per quanto riguarda i piccoli prestiti, mentre i prestiti pluriennali prevedono un Tan persino inferiore, intorno al 3,50% circa.
Al Tan va poi aggiunto lo 0,50% previsto per le spese di amministrazione e per la quota premio del fondo rischi. Solitamente i tassi applicati a un prestito INPS ex INPDAP sono fissi, per cui gli importi delle rate mensili previste dal piano di ammortamento rimangono uguali per tutta la durata della restituzione del prestito. Se invece di opta per la richiesta di un prestito ex INPDAP erogato da banche convenzionate con l’Inps, i tassi di interesse possono cambiare da un creditore all’altro. È possibile accedere in tal caso ai prestiti ex INPDAP pluriennali garantiti, definiti così perché sarà l’Inps a fare da garante in caso di perdita del lavoro o di decesso improvviso del beneficiario.